...We Are Absolute Beginners...

Siamo principianti assoluti. Siamo un gruppo eterogeneo di persone che praticano la non violenza.

Al momento siamo in sei, ma ci auspichiamo che questa pagina in un futuro molto prossimo si arricchisca di nuovi volti e nuovi racconti. Vorremmo riempirla se lo vorrete con noi, di tutte le persone che vorranno far parte di questo progetto. Non abbiamo soluzioni o risposte preconfezionate, ancormeno definitive.

Siamo appassionati ed entusiasti, e pensiamo che questi in definitiva siano i prerequisiti più auspicabili, quelli che ci aspettiamo da chi vorrà rispondere al nostro appello.

Ogni decisione o metodo per la determinazione del consenso dovrà essere frutto di un percorso collettivo, da costruire insieme, senza pregiudizi o schemi ideologici, nell'assoluto rispetto delle diversità di opinioni e differenze di bisogni, imparando insieme a gestire i conflitti.

Tuttavia abbiamo le idee molto chiare sui principi cui ispirarsi, tanto da averli ampiamente descritti qui(clicca), ed è per noi di estrema importanza, che ogni persona che voglia condividere con noi questa avventura, ne abbia preso completamente atto ed esprima le proprie opinioni nel merito; a questo scopo ci auguriamo che avrete il desiderio e la pazienza di compilare il questionario che trovate a questo collegamento.

Per fornirvi un ulteriore canale di comunicazione, il nostro indirizzo e-mail è  info@futuronuovoparadigma.it , ma vi suggeriamo prima di tutto di leggere i contenuti di questo sito, compreso il manifesto "Cosa Vogliamo" e leggere e compilare, con tutto il tempo che riterrete necessario prendervi, il questionario il cui collegamento è riportato al paragrafo precedente. Dedicare del tempo alle questioni che esso pone, vedrete, sarà già come iniziare a percorrere un tratto di strada insieme.

Se volete sapere chi siamo...

Un avvocato, una biologa, una "copy", un ufficiale d'anagrafe, un guardia giurata, un artigiano.... queste parole possono essere abbastanza a descrivere esseri umani?

Questo ognuno di noi ha fino ad oggi in definitiva pensato di poter dire di sé, come se là dentro ci fosse tutto quello che potesse interessare sapere.

Anche se è ciò di cui abbiamo potuto vivere, che certamente ognuna ed ognuno di noi ringrazia per questo, e che in qualche modo ci ha dato un'identità sociale, che indossiamo senza falsa modestia, andandone perfino un poco fieri, non dice tutto di noi, perché non esprime il grande potenziale creativo che risiede in ognuno. Siamo stati per troppo tempo costretti ad incastrare, come un piede in una scarpa stretta, la nostra capacità di creare, in un ruolo precostituito, che fosse integrato ad un modello che non siamo stati noi a progettare.

Questo ha spesso significato amarezze e delusioni, quando non mortificazioni: ridurre il valore creativo dell'essere umano, la sua naturale inclinazione a dare senso al proprio creato in armonia e rispetto verso ciò da cui prende e a ciò a cui dà, ridurlo a "ora di lavoro", omologato e svuotato del sapere e del volere di chi crea, è la barbarie cui l'uomo dell'era industriale ha costretto sé stesso e la natura da cui proviene. E in questa barbarie ci siamo ancora dentro e se possibile anche di più.

Così ci siamo trovati, raccogliendoci uno alla volta, uno ad uno, come piccoli sassi per mettere insieme un calendario come facevano gli antichi, percorrendo una strada non segnata da righe in terra, ma da intuizioni del cuore, a tratti incoscienti, e a metterci gli uni difronte agli altri come in uno specchio a domandarci se davvero questo ci bastasse. Ci siamo incontrati, abbiamo parlato, alcuni sono venuti, altri andati, e come in un setaccio è rimasto ciò che sembra logico dovesse rimanere, noi sei.

E ci siamo accorti di alcune straordinarie cose: che possiamo ancora imparare, possiamo ancora decidere ciò che vogliamo diventare, possiamo far sprigionare talenti che nemmeno sapevamo di poter possedere, perché il piede da quella scarpa stretta lo vogliamo levare via.

Ci siamo molto impegnati, abbiamo studiato cose di cui non sapevamo nemmeno l'esistenza, e molte le vogliamo e possiamo imparare ancora, in una sorta di evoluzione culturale permanente, che crei un filo di continuità tra le generazioni, tra passato, presente e futuro, apprendere nuove tecnologie di governance e gestione del potere collettivo, così come soluzioni di bassa tecnologia in accordo con la più determinata scelta per la "discesa energetica", e recuperare tramandati saperi, antichi mestieri e arti dimenticate.

Crediamo fermamente in questo processo perché crediamo sia il solo possibile per ricreare gruppi locali forti, coesi e consapevoli, connessi in una rete comune di comunità, che porti in sé la volontà di ognuno, di molti, tanti da poter decidere per sé e non permettere più a nessuno di decidere per essi.

Vogliamo crescere, diventare sempre di più, diventare tanti, in questo progetto e in tanti altri con cui generare il cambiamento che l'epoca ci chiede, di cui l'intera umanità ha bisogno, che il nostro pianeta non può più attendere di vedere realizzato.

:)